L’intervista. Sarracino: “Al Pd Napoli serve una svolta”

Lancia l’idea di una conferenza programmatica prima della stagione dei congressi, poi apre a De Magistris: “Curioso che quelli che non vogliano dialogare con lui poi spingano per l’intesa coi grillini”

NAPOLI – Reduce dalla direzione nazionale che ha dato mandato a Nicola Zingaretti per un Conte-bis, Marco Sarracino (nella foto) va all’attacco del capo politico del Movimento 5 Stelle: “Mette i suoi interessi personali davanti a quelli del Paese”. Pronto a lanciare una conferenza programmatica per il Pd di Napoli in vista del congresso, non chiude a possibili alleanze con il M5S nei territori, “laddove è possibile”.

Sarracino in questi giorni avete ingoiato tanti rospi. In politica chi ingoia i rospi ingrassa. Dopo il sì sul nome di Conte, cederete anche su Di Maio vicepremier e il voto sulla piattaforma Rousseau?

Innanzitutto precisiamo che non stiamo ingoiando rospi ma facendo politica. Stiamo discutendo di quali possano essere le ricette per far tornare l’Italia a crescere e per cancellare quella vergogna del decreto sicurezza bis. Di Maio sta trasformando un problema nazionale in un problema personale. Così non può funzionare. Ma mi pare che i gruppi parlamentari del suo movimento l’abbiano capito.

Da questa crisi chi esce indebolito e chi rafforzato?

Il vero sconfitto di questa crisi parlamentare è sicuramente Matteo Salvini assieme a tutto il centrodestra. Chiedere i pieni poteri in Italia oltre che essere un’idea intollerabile, non è mai una scelta saggia. I primi sondaggi lo dimostrano.

Matteo Renzi è tra gli sponsor di un governo giallo-rosso, ma pare sia pronto a lanciare un suo movimento alla prossima Leopolda. Si arriverà a una scissione?

In effetti passare dal “senza di me” al “nasca un governo purchè nasca” è una posizione curiosa, ma forse questa domanda andrebbe fatta a chi ha cambiato idea in meno di una settimana: in politica non esistono i “mai” o i “sempre”. Sono anni che Renzi organizza la kermesse della sua corrente, non credo vi sia nulla di strano. Non voglio pensare che dopo anni passati a denunciare i danni prodotti dalla passata scissione, ora ne compia una lui. A proposito di questo, mi faccia dire che sono molto dispiaciuto del fatto che Calenda abbia deciso di lasciare il Pd.

L’alleanza Pd-M5S è la scintilla per accordi anche nei territori, alle Regionali ad esempio? De Luca è il vostro candidato senza sé e senza ma?

Allearsi a Roma non vuol dire per forza allearsi nei territori. Certo è però che se stiamo organizzando la nascita di un nuovo campo politico, andrà discusso con intelligenza e senza tifoserie negli organismi di partito, specie se stiamo andando al governo anche per evitare la vittoria del centrodestra. Occorre però al tempo stesso partire dalle cose positive fatte in questi anni, specie da chi le ha realizzate.

A Napoli Luigi De Magistris sembra non avere più spazio. E’, e siete, costretti a sedervi allo stesso tavolo?

Sostengo da sempre che dinnanzi la destra più pericolosa degli ultimi anni, la sinistra ha il dovere di organizzarsi in maniera compatta ma plurale. Questo non significa fare accordi al ribasso nel ceto politico, ma parlare agli elettori che alle elezioni hanno scelto piattaforme, idee e persone non iscritte al Partito Democratico. Certo, è curioso che quelli contrari a questo tipo di ragionamento siano gli stessi che oggi sponsorizzano un accordo ad ogni costo con i 5 Stelle, ma temo siamo entrati in un’epoca in cui vale praticamente tutto, e la cosa non mi piace di certo.

Veniamo al Congresso. C’è chi vorrebbe anticiparlo, chi vorrebbe posticiparlo. Chi critica le regole. Che fare?

Il commissario del Pd Napoli è Michele Meta. In questi mesi ha guidato con costanza e intelligenza la nostra comunità in una fase onestamente drammatica. Però ricordo a tutti che in poche settimane ha incontrato più volte i segretari di circolo, i nostri iscritti, i nostri eletti a livello comunale, regionale e nazionale, risolto numerosi problemi, organizzato una campagna elettorale difficile come quella delle Europee. Sembrano ovvietà, eppure non lo sono. Siamo una federazione nella quale i nostri dirigenti territoriali non ricevevano una telefonata dal partito da anni. Sarà lui, in piena autonomia, a scegliere le modalità e i tempi per andare al congresso.

Sarete della partita? Quali soluzioni per ricostruire il PD in città e in provincia?

Io lavoro da anni per valorizzare e costruire un gruppo dirigente che sappia essere autonomo e autorevole. In questi anni abbiamo selezionato i gruppi dirigenti in base alla velocità con cui retwettavano i post del proprio capo corrente. E’ chiaro che così non si va da nessuna parte. Il prossimo segretario provinciale dovrà essere capace di segnare una netta discontinuità. Credo inoltre che si debbano affrontare due priorità: la prima è lavorare ad una riorganizzazione del partito. Molti circoli funzionano e sono punti di riferimento importanti per le nostre comunità, ma altri sono dei veri e propri tappi che impediscono a tante forze libere di partecipare alla stagione di cambiamento che Zingaretti ha avviato. La seconda è ritornare ad avere una proiezione esterna positiva, specie in città. Sarebbe utile in tempi stretti lavorare ad una conferenza programmatica. Qualcuno dirà che non c’è nulla di nuovo in tutto ciò. Machiavelli ci insegna che in tempi di crisi è sempre utile ritornare ai fondamentali.


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